Passante di Bologna, soluzione tampone: “Interventi rapidi, poi l’opera vera”

Bologna, 26 giugno 2025 – Gli interventi necessari, subito. Poi l’avvio di un confronto su quale infrastruttura realizzare per risolvere, una volta per tutte, i problemi del nodo di Bologna.
Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera, traccia la rotta del dopo ‘Passante di Mezzo’. Il robusto allargamento del tratto bolognese dell’A14 e dell’adiacente tangenziale pensato dieci anni fa non vedrà più la luce, ma questo non può, secondo il numero uno di Giorgia Meloni in Emilia-Romagna, chiudere il ragionamento su una soluzione strutturale dei problemi di traffico che interessano le Due Torri. E che, di conseguenza, riguardano alla fine tutti gli italiani.
Archiviato il Passante, su cosa bisogna ragionare ora?
“Sulla concretezza”
In termini pratici?
“Va realizzato quello che si è reso indispensabile dopo tre decenni di immobilismo da parte degli enti locali del territorio. Ossia, come ho già avuto modo di dire, una messa in sicurezza laddove è necessario e un potenziamento dell’infrastruttura laddove è possibile, prendendo però atto che il nodo bolognese così come lo conosciamo ora ha ormai esaurito la sua possibilità di espansione e la sua capacità di carico, stando ai flussi del traffico che si prevedono in futuro”.
Oltre l’allargamento in sé, rischiano lo stop anche le opere cosiddette ‘verdi’ e quelle di adduzione: che fine faranno?
“Non so Autostrade come intende porsi di fronte a questo tema, ma immagino farà opere di mitigazione in base all’entità dell’intervento principale: è sempre stato così. Poi va detta anche una cosa, per onestà: queste opere ‘green’ sono una invenzione della sinistra per tenere buone le anime ambientaliste della coalizione, ma alla fine tutti i nodi vengono al pettine”.
Una volta ‘aggiornato’ il nodo di Bologna, resta il problema del suo potenziamento. Come bisognerà muoversi?
“Intanto mi auguro che non si riapra una discussione, ma si continui quella che va avanti da tempo. Non dimentichiamoci che Aspi deve fare un intervento migliorativo del nodo bolognese da quasi 30 anni. Quando realizzò la terza corsia dinamica dell’A14 (era il gennaio 2008; ndr) era consapevole che fosse una soluzione-tampone. Ora non deve e non può pensare che quello che farà nel futuro più immediato soddisfi le necessità territorio, nonostante i macroscopici errori fatti dagli enti locali negli ultimi decenni”.
Alla fine si torna sempre lì: Passante Nord o Passante Sud. Quale è il migliore?
“Il Passante Sud chiuderebbe la corona intorno alla città, garantirebbe un’alternativa al traffico esistente senza provocare consumo di suolo, visto che intercetterebbe i flussi dell’A1 e dell’A14. Il Passante Nord intercetterebbe prevalentemente il traffico dell’A13, non chiuderebbe la corona cittadina e consumerebbe suolo. È poi necessario un ragionamento, a livello ingegneristico, per capire se realizzando il Passante Sud si possano fare quelle opere idrauliche per mettere in sicurezza Bologna, visto che si interverrebbe vicino ai corsi d’acqua che hanno provocato le alluvioni degli ultimi anni”.
Gli enti locali temono di essere tenuti ai margini della discussione: è un timore giustificato?
“Gli enti locali fanno bene a chiedere lealtà al governo, ma devono chiederla anche alla Regione, visto che il loro timore si è già concretizzato sullo sviluppo dell’Alta Velocità sulla linea adriatica: la Regione non ha condiviso informazioni decisive con gli enti locali e ora lo sviluppo di tutto il progetto è in ritardo...”.
İl Resto Del Carlino